– Giuseppe Gagliano –
La conversazione telefonica svoltasi il 29 maggio tra il presidente egiziano e il suo omologo cipriota non può essere considerata una conversazione di natura meramente formale cioè priva di significato e di implicazioni geopolitiche.
Al contrario le tematiche affrontate, stando a quanto indicato dal periodico egiziano Egypti Indipendent, hanno toccato nodi cruciali per la sicurezza del Mediterraneo orientale.
È infatti estremamente significativo in primo luogo il fatto che il presidente cipriota abbia esplicitamente posto l’enfasi sul ruolo rilevante che l’Egitto ha svolto per il mantenimento della stabilità dell’area del Mediterraneo orientale.
In secondo luogo il fatto che il presidente cipriota abbia sottolineato il ruolo di partner strategico dell’Egitto rappresenta un’ulteriore prova del fatto che Cipro stia sempre più consolidando i suoi legami con l’Egitto in funzione di contenimento antiturco.
In terzo luogo avere evidenziato come la questione libica sia una questione centrale equivale ad affermare che tra Cipro ed Egitto si renderà necessario un maggiore coordinamento soprattutto con lo scopo di respingere le interferenze straniere (chiara allusione questa alla Turchia).
In quarto luogo i due leader politici hanno sottolineato la necessità di rafforzare la cooperazione con la Grecia, esigenza questa già espressa dal ministro degli Esteri egiziano ai primi di maggio che, insieme ai suoi omologhi di Grecia, Cipro, Francia ed Emirati, aveva posto al centro dell’attenzione la pericolosità rappresentata dalla Turchia sia per la stabilità del Mediterraneo orientale sia per la salvaguardia delle zone economiche esclusive di Cipro la cui sovranità viene violata sistematicamente dalla Turchia.
È estremamente significativo osservare che quanto indicato in questa riunione non faccia altro che legittimare ulteriormente le conclusioni alle quali si era giunti in un precedente incontro svoltosi nel dicembre del 2019.
(Fonte: startmag.it)
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