Poco prima della mezzanotte del 14 aprile 1912, il Titanic, da poco salpato per il suo viaggio inaugurale da Southampton a News York, colpì un iceberg. Nel giro di tre ore la nave, definita «inaffondabile», scivolò nelle acque gelide dell’Oceano Atlantico, uccidendo più di 1.500 persone.
Un nuovo documentario, in uscita su Netfix History Hit, sfata alcune convinzioni sui motivi dell’affondamento della nave. Tra queste: l’assenza di un binocolo, che secondo molti avrebbe impedito alle vedette di accorgersi dell’iceber; la velocità della nave, giudicata troppo elevata; la tenuta della nave, dai più etichetta come «mal costruita»; la morte atroce dei passeggeri di terza classe, i più poveri, secondo la rappresentazione comune rimasti bloccati sottocoperta. Vediamoli uno a uno insieme all’esperto mondiale Tim Maltin, protagonista del film e autore di tre libri sulla tragedia.
La velocità della nave era elevata e il capitano Smith ubriaco. John Charles Bigham, il giudice che allora si occupò del processo sul disastro del Titanic, scrisse nel suo diario che la nave viaggiava a «velocità eccessiva» e che, nonostante le acque ghiacciate, non aveva rallentato. Eppure «tutti i capitani» ascoltati durante l’inchiesta hanno sostenuto che al posto del capitano Smith «avrebbero fatto la stessa cosa» perché la «notte in cui il Titanic affondò – spiega Maltin – il cielo era limpido e l’equipaggio concentrato ad osservare il mare. Sapevano di entrare in un tratto di acque ghiacchiate, ma credevano di riuscire ad avvistare gli iceberg per tempo».
False anche le voci sul capitano Smith, sospettato di aver bevuto troppo ma soprattutto di risultare assente sul ponte al momento dell’impatto e subito dopo. Tim Maltin spiega: «tra le 19 e le 20, Smith era a cena con i passeggeri. Ma alle 23.40, momento dello scontro, era sul ponte: qui infatti si trovavano la sua suite, la sua stanza navigazione, la sua zona chaise e la camera da letto. Il capitano viveva sul ponte. E aveva lasciato istruzioni chiare: convocarlo immediatamente al primo problema». E così fu. Smith era un Commodoro della White Star Line e aveva comandato tutte le loro navi ammiraglie. Era molto amato dall’equipaggio, e quando si rese conto che non c’era niente da fare, scelse di aiutare donne e bambini a mettersi in salvo piuttosto che cercarsi una scialuppa e salvarsi.
La nave era mal costruita. Secondo alcuni lo scafo del Titanic si squarciò in quel modo perché era tenuto insieme da rivetti di second’ordine. È la teoria, per esempio, di Richard Corfield, che fa risalire l’origine della tragedia ai difetti di fabbricazione. Non è d’accordo Tim Maltin: «era una delle migliori mai costruite nella storia. Era ben fatta. Ho avuto la fortuna di andare a vedere un enorme pezzo di 40 tonnellate del Titanic e solo la scala, le dimensioni e il peso sono assolutamente incredibili». La White Star Line, forte della sua esperienza, aveva definito la nave «inaffondabile». In effetti il natante avrebbe potuto essere «tagliato in tre pezzi e ognuno di questi pezzi era stato costruito per rimanere a galla». Non solo. «Era stata progettata per restare in superficie con i primi quattro compartimenti stagni allagati, o nel caso di collisione tra due compartimenti stagni». Ma, nel tentativo di evitare l’iceberg, la nave fu fatta virare e colpì il ghiaccio lateralmente, in un punto che toccava cinque compartimenti stagni, troppi per la sua tenuta. Che comunque fu buona: il Titanic impiegò due ore e mezza per inabissarsi, e lo fece a «chiglia piatta». «Il Titanic era più sicuro delle navi moderne. Pensate alla Costa Concordia, che è affondata in Italia molto più velocemente».
L’equipaggio non aveva il binocolo. In effetti l’equipaggio non aveva il binocolo perché il secondo ufficiale David Blair, prima della partenza, era stato sostituito da Henry Wilde, che arrivò sul Titanic insieme al capitano Smith. Blair, nel lasciare la nave, si portò dietro le chiavi della cabina che custodiva il binocolo, lasciando l’equipaggio privo di lenti. Ma, a detta di Maltin, questo dettaglio è irrilevante: «il modo migliore per avvistare un iceberg di notte è a occhio nudo, perché a differenza del binocolo ha un ampio campo visivo che ci aiuta a rilevare gli oggetti. Il binocolo serve ad osservare qualcosa che si è già visto a occhio nudo». Anzi, la presenza di un binocolo li avrebbe indotti ad approfondire prima di lanciare l’allarme, invece le vedette non ci pensarono due volte e suonarono il campanello, a dire “iceberg in vista”».
Il Titanic si ribaltò e affondò orizzontalmente. Nel film del 1997 di James Cameron, il Titanic si divide in due prima che la prua si inclini orizzontalmente. Secondo Maltin la nave non è affondata in questo modo: l’iceberg ha colpito la nave vicino alla parte anteriore sul lato di tribordo (a destra) e l’acqua è entrata fluire nella nave. La poppa si è quindi sollevata dall’acqua e poi si è staccata. I passeggeri che erano a poppa pensavano che «se la sarebbero cavata bene». Ma mentre affondava, la prua s’è tirata dietro anche la poppa. «Ha fatto così tanti danni tirando la chiglia che il danno alla poppa causato dalla prua è stato maggiore del danno causato dall’iceberg». Secondo Maltin la poppa in realtà «è affondata molto silenziosamente», consentendo ai passeggeri rimasti di nuotare al di sotto.
I passeggeri di terza classe furono rinchiusi sottocoperta mentre gli altri fuggirono. Nel film di James Cameron del 1997, i passeggeri di terza classe sono rinchiusi sottocoperta dietro ad enormi cancelli metallici. I cancelli era obbligatori per legge e separavano le tre classi. Erano frutto di una norma igienica stabilita dalle autorità statunitensi per evitare la diffusione di malattie infettive. «Nessuna nave passeggeri poteva sbarcare in America con i cancelli aperti. Era consentito solo durante un’emergenza». Non appena è stato dichiarato lo stato di emergenza, 47 minuti dopo l’impatto con l’iceberg, «gli stewart si sono precipitati sottocoperta ad aprire i cancelli e a dare indicazioni su come muoversi per arrivare alle scialuppe di salvataggio». Nel 1912, i ragazzi di 13 anni erano già classificati come adulti. In terza classe viaggiavano numerose famiglie che in America cercavano un riscatto, e che sui figli puntavano tutto. Pochi erano disposti a separasi dai loro ragazzi, e rinunciarono a salire sulle scialuppe.
Il Titanic non aveva abbastanza scialuppe di salvataggio. Si è parlato molto del fatto che il Titanic avesse solo 20 scialuppe di salvataggio, sufficienti a trasportare poco più di 1.000 dei 2.208 passeggeri. Spiega Maltin: «Per avere abbastanza scialuppe di salvataggio, bisogna imbarcarne il doppio rispetto alla necessità». Durante un affondamento, infatti, metà delle scialuppe di salvataggio si inabissa con la nave. «Se il Titanic aveva bisogno di 30 scialuppe di salvataggio, doveva effettivamente trasportarne 60», ha detto. Poiché non era pratico, il Board of Trade optò per «navi costruite correttamente e adeguatamente suddivise».
Il timone era troppo piccolo. È stato anche affermato che il timone del Titanic era troppo piccolo per manovrare efficacemente l’enorme nave. Ma il capitano dell’Olympic, nave gemella del Titanic che montava lo stesso timone e che rimase in servizio fino al 1935, raccontò che aveva la migliore manovrabilità di qualsiasi nave avesse mai comandato.
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